Vai al contenuto

SPORT

All’interno della Casa Circondariale di Torino la Direzione organizza attività sportive e ricreative presso gli spazi disponibili, così come gli Enti che erogano corsi scolastici in cui è prevista l’educazione fisica, o gli Enti federali e locali che tramite apposite convenzioni realizzano progetti ad hoc. 

Le attività sportive comprendono anche la possibilità di essere svolte in autonomia utilizzando le palestre dell’istituto, per il proprio potenziamento e miglioramento fisico, con accesso in orari e giorni diversi a seconda della sezione di appartenenza. 
Le possibilità sono naturalmente svariate e risultano elemento fondamentale del trattamento sia per alleviare il disagio della detenzione, sia per mitigare gli effetti dovuti all’interruzione di altre attività come quelle scolastiche durante il periodo estivo, attraverso l’organizzazione di tornei intra padiglione. Oltre a calcetto e pallavolo è possibile praticare anche la boxe ed è inoltre presente un progetto trattamentale che prevede una squadra di rugby composta interamente da detenuti, che milita nella serie C piemontese. 

N.B.: Quanto di seguito riportato fornisce una rappresentazione complessiva delle attività organizzate all’interno dell’Istituto, al netto delle continue e possibili variazioni future.

RUGBY: “OVALE OLTRE LE SBARRE”

Nell’ottobre 2011 ha preso avvio, per la prima volta in Italia, la partecipazione di una squadra composta esclusivamente da detenuti, ad un campionato ‘ufficiale’. La prima partita della squadra si è tenuta il 22 ottobre 2011 ed ha visto la nascita ufficiale della squadra della Casa Circondariale di Torino battezzata ‘La Drola’, nomignolo che deriva dal dialetto piemontese e sta a significare faccia buffa, bizzarra, ma anche furba. La Drola, quindi, non è una società qualsiasi, considerata anche la sua ‘sede’ particolare. L’idea della partecipazione di una squadra di Rugby ad un campionato di categoria, tradizionalmente riservato a sole squadre esterne nasce da un progetto fortemente voluto dalla Direzione in collaborazione con l’associazione ‘Ovale Oltre Le Sbarre’, capitanata da Walter Rista: questi, ex nazionale italiano alla fine degli anni 60, e il figlio Stefano, poi divenuto da subito l’allenatore della squadra, hanno preso a lavorare, inizialmente, con la sezione a custodia attenuata ‘Arcobaleno’ composta da detenuti tossicodipendenti: poi l’idea ha cominciato a svilupparsi sempre più e si è iniziato a pensare alla creazione di una squadra ‘del carcere’ da inserire in un campionato federale. Dopo l’avallo della federazione Italiana Rugby e la successiva iscrizione al campionato di serie C regionale piemontese, è stato possibile creare gli spazi all’interno dell’istituto per approntare la squadra. 

E’ utile sottolineare che l’idea di partenza prende spunto dalla consapevolezza che il rugby, realtà emergente nel nostro Paese, rappresenta, per i suoi valori agonistici, basati sul forte rispetto nei confronti dell’avversario e sulla capacità, pur in presenza di un gioco fortemente fisico, di controllo dell’aggressività, uno sport che, in ambito penitenziario, può consentire alle persone ristrette – ovviamente motivate ed adeguatamente allenate da personale competente – di uscire dalla quotidianità detentiva e canalizzare le proprie energie verso un’attività a carattere fortemente risocializzante.
La Casa Circondariale di Torino si è impegnata da subito a creare le basi perché l’iniziativa si realizzasse e avesse le strutture idonee: disponendo già del campo di calcio, si è pensato di adattarlo anche al gioco del Rugby, inserendo delle porte mobili i cui pali vengono smontati alla fine delle partite per dare la possibilità ai giocatori di calcio, presenti all’interno dell’istituto di riprendere regolarmente le loro partite. Per gli allenamenti, invece, al fine di non gravare troppo sul campo grande (occupato, per gran parte della settimana dal calcio) si è deciso di utilizzare, in alternativa, la struttura sportiva della sezione ‘Arcobaleno, dotata già del suo campo di calcio. Tra gli obiettivi a medio termine, per l’immediato futuro, una piccola ‘paga’ – diversificata per singolo detenuto in funzione della presenza, dell’impegno e del buon comportamento generale durante le sessioni di allenamento, con l’obiettivo di tendere alla maggiore responsabilizzazione possibile dei partecipanti.

Nell’Associazione Sportiva “La Drola Rugby” i detenuti–giocatori, selezionati attraverso un bando di reclutamento a livello nazionale, sono chiamati:

  • a sottoscrivere un Codice etico e comportamentale che prevede specifici meccanismi sanzionatori in casi di violazione;
  • a rispettare il Programma di recupero sviluppato in stretta collaborazione con il personale carcerario. Il Programma è finalizzato principalmente a sviluppare uno spirito aggregativo e solidaristico che possa agevolare il reinserimento nella vita sociale, in netta contrapposizione all’individualismo estremo che i detenuti spesso identificano come unico elemento di autodifesa, dentro e fuori il carcere.

Per un approfondimento: Ovale oltre le sbarre